Chi lo avrebbe mai
detto. Quelle "carote" che
noi portiamo sulle nostre tavole sono
"geneticamente modificate".
In realtà le carote in origine
erano "viola".
Nel 1720 gli olandesi decisero di
cambiagli il colore in onore della
dinastia regnante, gli Orange, e di
qui ebbe inizio la trasformazione,
che non è avvenuta in laboratori,
come per le moderne "modificazioni
genetiche", ma nei verdi campi
olandesi, per selezione successiva,
partendo da un seme di carota proveniente
dall'Africa del nord. Così
nel giro di qualche anno si è
arrivati ad una carota arancione,
perdendo la semenza delle prime che
fino ad allora erano viola o bianche.
Le carote viola non possono donarci
un'abbronzatura dorata, perché
non contengono betacarotene, la sostanza
che da loro il color arancio, ma è
ricca di antiossidanti preziosi per
la nostra salute e per contrastare
l'invecchiamento, perché contrastano
l'azione dei radicali liberi.
Per chi vuole assaggiare le carote
viola deve andare a comprarle nei
supermercati Inglesi, od aspettare,
prima o poi arriveranno anche in Italia.