La diagnosi iridea ovvero iridologia consiste,
come dice il termine, nel diagnosticare uno stato
alterato di salute basandosi sull'osservazione
dell'iride.
L'osservazione medica dell'occhio e' antica quanto
la medicina stessa, se ne trovano addirittura
accenni nelle opere di Ippocrate e di Filippo.
Nel 1670, Meyens diede alle stampe la Chiromatica
Medica, in cui trattava dei segni rilevabili
nell'iride, e dei loro rapporti con stati patologici.
L'iridologia moderna deve la propria origine a
un medico ungherese, Ignatz von Peczely, che pubblico'
le proprie scoperte nel 1881. Egli determino'
che la presenza di certi segni nell'iride poteva
essere correlata ad affezioni organiche, e che,
dalla localizzazione dei segni stessi si poteva
risalire alla patologia di uno specifico organo.
Tra i primi sostenitori del metodo, il piu' importante
fu Pastor Felks (1856-1926), che, nel corso della
sua vita, ottenne i progressi piu' significativi
in questo campo.
Ai fini di una registrazione e di una diagnosi
accurate, e' necessario adottare un sistema uniforme
di suddivisione dell'iride, e di norma ci si attiene
a una divisione radiale e a una circolare.
DIVISIONE RADIALE: la piu' conveniente e' quella
in minuti, dall'uno al sessanta, corrispondenti
al quadrante dell'orologio.
DIVISIONE CIRCOLARE: procedendo dalla pupilla
verso il margine esterno, l'iride e' divisa da
cerchi concentrici in tre principali zone, ciascuna
delle quali suddivisa a sua volta in due zone.
Tali zone rappresentano sistemi specifici. E'
necessario a questo punto definire esattamente
la posizione dei singoli organi, e lo si fa scindendo
l'iride in segmenti corrispondenti a una meta',
a un quarto, a un ottavo e a un sedicesimo dell'iride
stessa, ottenuti tracciando linee che dal bordo
esterno dell'iride giungono alla pupilla. In tal
modo, l'iride risulta suddivisa in novantasei
piccole aree, frutto della combinazione di sezioni
radiali, circolari e segmentali. In base a questi
tracciati e' possibile registrare le rilevazioni,
e le osservazioni potranno essere ripetute da
altri diagnostici che facciano ricorso allo stesso
metodo.
La
prima zona principale corrisponde agli organi
digestivi; la prima zona secondaria corrisponde
allo stomaco, e la seconda zona secondaria agli
intestini. La seconda zona principale corrisponde
agli organi di locomozione, trasformazione ed
escrezione renale; la terza zona secondaria rivela
lo stato dei vasi linfatici, e la quarta del sistema
muscolare. La terza zona principale corrisponde
a organi di sostegno e trasformazione, la quinta
zona secondaria al sistema osseo, la sesta zona
secondaria alla cute.
I tre colori fondamentali dell'iride sono l'azzurro,
il grigio e il bruno. La comparsa di "macchie
tossiche" locali, sotto forma di zone pigmentate
di scuro, e' piu' facilmente rilevabile in occhi
azzurri o grigi. Si verifica anche il passaggio
dall'azzurro al bruno in un solo occhio o anche
in alcune parti di esso. Significativi sono i
mutamenti che intervengono nel colore dell'iride
in seguito ad affezioni organiche.
L'esame dell'iride deve essere compiuto in stato
di contrazione della pupilla, servendosi di una
fonte di luce forte e di una lente di ingrandimento.
Sviluppi recenti hanno messo a disposizione del
medico microscopio binoculare con macchina fotografica
incorporata collegata a visualizzatori a circuito
chiuso, cosa che permette di fermare l'immagine
su uno schermo e di esaminarla a lungo senza disagi
per il paziente; i piu' recenti sistemi computerizzati
sono in grado di sovrapporre i reticoli standard
all'immagine iridea, consentendo cosi' maggiore
accuratezza nelle indagini.
Tre sono i fondamentali segni iridologici: colorazioni
anomale; segni bianchi, scuri e neri in forma
di punti o di linee disposte radialmente; anelli
circolari o di contrazione. Segni bianchi indicano
stati infiammatori o di sovreccitazione, mentre
segni scuri sono indicativi di ipostimolazione
e di funzione ridotta. Segni neri segnalano un'ipotrofia.
Sia i segni colorati sia le macchie tossiche dipendono
dal tipo di pigmento che si deposita nell'iride.
Qui di seguito vi sono alcuni esempi di malattie
diagnosticabili in base a osservazione dell'iride:
Affezioni epatiche: l'area attinente al
fegato e posta tra il 37' e il 40' nella sesta
zona secondaria dell'iride destra. La presenza
di nuvolette o pagliuzze bianche o gialle in quest'area
e indicativa di infiammazioni epatiche. Il cuore: segni attinenti a quest'organo
sono visibili nella seconda zona principale tra
il 10' e il 15' dell'iride sinistra, e il 45'
e il 50' dell'iride destra. Ad esempio, eventuali
lesioni a carico delle valvole cardiache sono
rivelate da una a tre macchioline nere nell'area
cardiaca situata nella parte superiore della regione
suddetta. I reni: questi rivelano la loro presenza
nell'iride destra tra il 28' e il 30', e nell'iride
sinistra tra il 30' e il 32', nella quarta e quinta
zona secondaria. Nel caso in cui, in entrambe
le aree sono riscontrabili segni, cio' costituisce
l'indicazione che il sistema emuntorio presenta
insufficienze funzionali. Le affezioni renali
di solito investono un unico rene, come nel caso
della nefrite. Sono allora rilevabili piccole
zone bianche a forma di pagliuzze o di nebule,
che diventano gialle se l'affezione si cronicizza. Alterazioni spinali: trovano riflesso nell'iride
destra tra il 15' e il 22', e nell'iride sinistra
tra il 37' e il 45', nella quinta zona secondaria.
Macchioline bianche indicano stato infiammatorio,
mentre linee bianche che si dipartono dalla corona
dell'iride indicano lesioni a carico dei dischi
intervertebrali.
Per quanto, tutt'altro che nuova come scienza,
l'iridologia ha trovato scarsa accoglienza nel
mondo della medicina ortodossa, anche se, in effetti,
si tratta di una semplice procedura che ogni sanitario
dotato di capacita' di acuta osservazione puo'
mettere a buon frutto. L'iridologia fornisce,
al medico dalla mente aperta, un metodo diagnostico
integrativo, rapido, sicuro ed efficace.